Il tema di questo lavoro è strettamente legato alla mia infanzia. Ho iniziato alla fine del 2019, in maniera giocosa, a lavorare su questo soggetto ripensando a quando ero bambina e ai miei compagni di gioco che, notando la mia passione per il disegno, mi chiedevano perché raffigurassi solo fiori e farfalle. Ho deciso quindi, con spirito quasi scherzoso, di trattare questo argomento spinta anche dalla curiosità di vedere come l’avrei affrontato ora, con gli occhi di una persona adulta e alla luce della mia maturazione artistica e individuale. Ho cominciato scattando delle foto e, fotografando liberamente, ho provato divertimento e stupore nell’osservare da vicino questo micro-mondo. Ho continuato poi realizzando alcuni schizzi dal vero fino ad arrivare ai lavori finali. Mentre ero assorta nella realizzazione di questo progetto ho iniziato a riflettere su me stessa e su quella domanda di tanti anni prima – “perché disegni sempre fiori e farfalle?” – e mi è tornato in mente un episodio tragico di quel periodo: la morte di mia sorella Isaura, che aveva tredici mesi. All’improvviso ho ricordato che sul copriletto su cui era adagiata Isaura il giorno del funerale erano ricamati dei fiori e delle farfalle. Quei motivi decorativi nella mia fantasia di bambina sono diventati campi in fiore nei quali, nei miei disegni, io e mia sorella rincorrevamo farfalle. Allora ho capito che forse proprio in quel momento così triste è nato l’indissolubile connubio fra me e l’arte: un’amica alla quale mi sono fortemente aggrappata per non essere travolta da un dolore troppo grande.
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